Il Vassallo 2011 91
Il fatto di aver ritrovato in cantina una bottiglia di Vigna del Vassallo 1997 (allora così era possibile chiamarlo) ha reso questo nuovo assaggio del Vassallo ‘11 (tale il nome moderno del vino, in quanto al termine “Vigna” si può accompagnare solo un toponimo di comprovata storicità) certamente ancora più intrigante. Perché una delle caratteristiche di questo, comunque, storico rosso dei Castelli, nato con la vendemmia 1981, ai miei occhi e nel mio immaginario, è stata sempre quella di essere un gran rosso con una spassionata propensione alla bevibilità ed alla godibilità. Profumato, generoso, gustoso, sorridente come quel 60% di Merlot comanda (il resto è Cabernet Sauvignon ed un po’ di Franc). Ed a questo punto parte nell’inconscio l’equazione godibile prima/prima dunque decade. Invece questo Vassallo ’97 era una statua di compattezza (ottimo tappo tra l’altro, senza la minima traccia di colature e perfettamento elastico), che aveva bisogno solo di ossigenarsi per una mezz’ora nel bicchiere a recuperare movimenti e palpiti dopo quei 15 anni sigillati in bottiglia. Vino che ha cominciato così a tirare fuori strati di balsamico ed alla bocca appariva perfettamente fresco e mentolato, buonissimo insomma, con tannini ancora appena pelanti e a prevalere sul frutto (occorre anche dire che in quegli anni ’90 si tendeva molto a sovraestrarre dalle bucce con macerazioni assai lunghe). Ma insomma, vino sorprendente. Questo il giudizio. E so quante antiche bottiglie, molto amate, mi abbiano poi deluso a riassaggiarla 15 anni dopo.
Il Vassallo 2011 intanto mostrava tutto il conturbante respiro generoso della sua giovinezza, le sue note di frutti di bosco irrorate da toni di rabarbaro e balsami, sottobosco, inchiostro e fumé. Ed una bocca poi ricca e gioiosa, masticabilissima, tutta da godere, che difficilmente mi farò scappare per altri 15 anni.
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