Mater Matuta 2010 91
La volontà e l’intelligenza enologica. Perché parliamo oggi di una corazzata dei vini del Lazio con più di 150 ettari di vigneti nell’Agro Pontino, dove pochi decenni fa non c’era nulla che riguardasse la vite. Investimento massiccio con anni ed anni di prove, sperimentazioni e ricerche di alto profilo professionale a tutto campo sui vitigni più idonei (più di 60 i tentati) a questo particolarissimo sito, e dunque fittezze, portainnesti, vinificazioni, giungendo oggi a numerose etichette tecnicamente ineccepibili e molto attente al rapporto qualità-prezzo.
Il Mater Matuta rappresenta la cuspide di tutto questo lavoro e la 2010 è la miglior vendemmia finora espressa. Parliamo di un Syrah a larghissima maggioranza innervato da Petit Verdot, che si rivela con tutti i tratti del grande rosso moderno, attento al meglio che si muove in Italia e non solo. Vino che è frutto di una lunghissima indagine, come detto, sui biotipi, ma anche sull’uvaggio più felice, dimostrando come nel nostro paese anche terreni pianeggianti e generosi possano arrivare a fare vini importanti e complessi, se dietro c’è intelligenza, capacità, intuizioni. E qui il nome di Paolo Thiefentaler è doveroso, perché questo enologo trentino ha portato su questo lembo dell’Agro Pontino tutta la sua conoscenza di campo, di approccio ai vitigni e tecniche di cantina.
Il Mater Matuta è cresciuto così progressivamente ed a partire almeno dalla vendemmia 2008 è entrato stabilmente nel rango dei migliori rossi con una radiosità d’impatto, una prorompenza di frutto da gran vino generoso, traboccante, che dunque non si nasconde, ma si espande solenne e sontuoso nel bicchiere, rivelando sostanza e tecnica ineccepibile.
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