Giacché 2011 91-92
Un salvataggio prezioso. Vino raro il Giacché, nato dal recupero di un vitigno che 10 anni fa era presente solo ormai in pochi esemplari sopravvissuti nella campagna di Cerveteri. Una riscoperta che arricchisce l’intera regione per un pacchetto d’offerta che dovrebbe avere sempre una sua originalità e ci fa pensare a quante varietà e biotipi siano stati abbandonati nei secoli perché poco produttivi, non assicurando dunque sostentamento, visto che nell’economia di una Italia contadina il vino era cibo e dunque un alimento. Molto di questo patrimonio, è inutile farsi illusioni, è andato perduto. Però qualcosa ancora esiste e va dunque doverosamente portato alla luce.
In questo caso il Giacché è unico ed imparagonabile. E consigliamo vivamente di assaggiarlo nelle sue annate migliori. La prima vendemmia è stata la 2003 e le successive hanno visto un continuo crescendo per un vino originalissimo nello spettro aromatico, di estremo spessore e consistenza. Con ottimi risultati nella 2005, 2006, 2007, 2010. E oggi la 2011, con una prima maturazione delle viti ormai raggiunta, esprime probabilmente il miglior risultato di sempre.
Rosso monumentale, unico nella gamma aromatica, imparagonabile, come detto, questo Giacché si erge in una sua consistenza statuaria, con un colore di profondità impenetrabile, ad indizio di un superbo estratto, e profumi straordinariamente sfaccettati, dove le note di frutti neri si fondono potentemente alle sensazioni preziose dei legni e a spezie balsamiche e speziate su uno sfondo dolce di alloro, bacche, sottobosco. La sua bocca è sontuosa, carica, perfettamente calibrata nell’equilibrio frutto-legno, per un grande rosso dal carattere espressionista, sostenuto, pronunciato, dal forte, intenso chiaroscuro.
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