lucianodilello

Con 100 ettari di superficie vitata ed una lunghissima esperienza sul territorio si può considerare questa l’azienda ammiraglia del Ragusano, con decenni di indagini sui terreni, ad individuare quelle caratteristiche li rendono più idonei ai diversi vitigni da impiantare.

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Diciamo subito che gli assaggi sui vini di questa azienda (che molto ci incuriosivano per il lavoro che Arianna Occhipinti sta facendo in vigna ed in cantina) sono stati possibili solo in Sicilia e, di fatto su un unico vino. Né è stato possibile a Roma reperire o ricevere campioni.

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Nel pieno di un torrido e apocalittico luglio romano, obbligati alla città e ad un appartamento senza condizionatore (ma ho pronunciato ormai il voto solenne di farmene installare uno o due al più presto), quando la percezione della temperatura (da quanto andavano annunciando imperturbabili volti televisivi) è intorno ai 49 gradi, quale può essere, seppure non l’unico, ma certamente il modo migliore per sopravvivere?

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Non mi è accaduto molto spesso, però a volte una giornata che si annuncia importante e piena di aspettative può diventare ancora più sorprendente. Non so, la trama di una romanzo, che all’inizio non ti prende, si trasforma in una profonda avventura dello spirito, un primo appuntamento a vent’anni con una ragazza, che ti intriga appena un po’, esplode in una cotta travolgente. Insomma a volte gli avvenimenti ti possono stupire in positivo.

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“Pensi che il mio primo viaggio a Montalcino l’ho fatto nel ’74”.

“Io sono nato nel ’75”.

Può giungere anche una coltellata del genere al sedicente giornalista esperto (e così inevitabilmente anziano), sciorinante di chiacchiere sul privato, quando si entusiasma ad un nuovo vino. E comunque questo è stato l’inizio della mia conversazione telefonica con Pierre-Jean Monnoyer, giovane autore dei Brunelli di Casa Raia, il nome nuovo scoperto a Benvenuto Brunello 2015 (162 assaggi di fila, con le ultime tracce frontaliere di purissimo smalto lì lì per sbriciolarsi e lo spettro angoscioso di un ineluttabile futuro in dentiera).

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Non è una vendemmia lontanissima, lo so. Parliamo però di un vino bianco. E le nostre tradizioni in questo senso non raccontano di una longevità esasperata. La 2002 inoltre non si porta certo dietro la fama di grandissima annata.

Va però tenuto presente come l’andamento climatico veramente negativo ci sia stato a partire dalla seconda metà – fine di settembre, penalizzando così pesantemente la maturazione delle uve rosse. Ho, ad esempio, ricordi di magnifici Sauvignon e Chardonnay dell’Alto Adige targati 2002.

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Uscito per la prima volta con la vendemmia ’87, è il vino che ha immediatamente segnalato l’Alto Adige (se non l’unico) tra quei pochissimi territori al mondo che potevano dare una propria voce al Pinot Nero, ovviamente Borgogna a parte.

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La Riserva Schweizer era stato nei miei assaggi di quell’estate 2000 il miglior Pinot Nero dell’Alto Adige, il più complesso e completo (assieme al Vigna Sant’Urbano che, proprio perché non in commercio, non era stato però possibile comparare direttamente, con i due bicchieri fianco a fianco). Un Pinot Nero virile, carico, di notevole impatto e forza, con un naso possente e pieno, per quanto era carico di grinta ed energia, che nasce da vigneti tra Mazzon e Montagna esposti a Sud, Sud-Ovest con alta fittezza di filari che vanno dai 350 metri di altitudine ai 700, in un’estrema, composita varietà di suoli. Il vino è stato elevato poi in barrique nuove al 100% per più di un anno.

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E’ uno dei migliori Pinot Nero dell’Alto Adige, con un’anima più gentile e delicata, rispetto ai due precedenti. E, attenzione, qui l’annata è diversa e, per come la ricordo, con una lunga estate calda, che può non essere stata il massimo per questo vitigno.

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Potevo inserire questi vini nell’articolo “Montalcino 2009, 2008 …”. Parliamo in fondo di un Brunello 2009 e di altri due vini, 2010 e 2011, che sono fondamentalmente dei superossi di Montalcino.

Non sarebbe stato però sostanzialmente corretto, visto che gli assaggi sono avvenuti 2-3 mesi dopo. Né eticamente, visto che quello è ormai un articolo già fatto e pubblicato.

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