Cerasuolo di Vittoria Barocco 2011 90-91
3 Carati 2012 88-89
Sigillo 2009 88
Questa azienda è stata una delle sorprese negli assaggi. Ed il suo segno è in vini rossi molto caratterizzati e decisi, dai bei colori concentrati, profondi, a sottintendere un importante lavoro di vigna, poi un sapiente uso dei legni e con l’etichetta di Cerasuolo di Vittoria più intensa, importante e spettacolare, tra le tante assaggiate.
Mi riferisco al Barocco 2011, che è un vero, splendido rosso e magnifica coniugazione di un vino complesso e raffinato, che ha maturato per 18 mesi nelle barrique e si sa ora evolvere lentamente e deliziosamente nel tempo, mantenendo sempre una fragranza, una gustosità, una dolcezza tesa, piena di eleganza e ricchezza. Grande rosso insomma che è un piacere bere, che si presenta con un colore fitto, denso e profumi assai ampi di ciliegie e creme, sottobosco, tartufo. E alla bocca l’impatto è dolce, felice, con un filo di fresca acidità a percorrerlo e dilatarlo in sensazioni minerali lunghe e saporitissime, su un tessuto di notevole gustosità e bellezza.
Vino inoltre che mi ha dato da pensare, perché la sua felicità espressiva poggia anche sul fatto che è appunto un blend dei due vitigni storici del territorio (Frappato e Nero d’Avola) con il secondo a prevalere nelle percentuali. E proprio la grandezza e la bellezza di questa fusione, mi ha portato a domandarmi, alla conclusione di tutti gli assaggi, se oggi non possa essere proprio in un blend la migliore espressività di questa area.
Il 3 Carati 2012, che rappresenta l’altro rosso importante di questa azienda (e Nero d’Avola in purezza), è vino appunto di un anno più giovane e ancora un po’ crudo, bisognoso dunque di ulteriori tempi di bottiglia, che appare di bella impalcatura e solidità, interessante anche per la varietalità tutta ancora da indagare ed approfondire sul vitigno, ma che è anche appena più statico e meno ampio ed articolato ai profumi.
Mi manca la riprova su campioni di più annate, l’impressione però è che il monovitigno possa non dare valori assoluti in questo momento. E c’è poi sempre una logica nella storia e nel lavoro di altri uomini prima di noi. Il rapporto Frappato-Nero d’Avola è infatti qualcosa di molto felice, che li porta a compensarsi e ad arrivare, fusi insieme, a vertici espressivi maggiori.
Terzo importante rosso infine il Sigillo 2009, da Cabernet Sauvignon e Nero d’Avola. Anche qui parliamo di un vino lungamente conciato nei legni e dei tre vini è quello con la vendemmia più lontana. Parliamo di un rosso solido ed austero, di largo impatto, dalle note severe, ematiche, carnose, vino che si apre lentamente e poderosamente nel bicchiere, dal carattere molto aristocratico, ma anche laconico, non facile, un po’ da intenditori ed appassionati. Vino che vorremmo (ma il discorso si può allargare tranquillamente alle altre due etichette) risentire sulle nuove vendemmie, perché parliamo di un’azienda molto ben condotta, con grossi investimenti in vigna nell’ultimo decennio, arrivando oggi a 58 ettari di superficie vitata, ed un grandissimo potenziale già in cantina, ma soprattutto nei vigneti che matureranno sempre più. Da tenere dunque attentamente d’occhio.
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