Fidenzio 2008 92-93
Fidenzio 2007 92
Sangioveto 2008 89
Tanto incredibilmente buoni quanto poco conosciuti i vini di questa piccola azienda della Val di Cornia, con il suo vigneto a cocuzzolo sopra il golfo di Populonia, davanti al Tirreno. Uno di quei miracoli non rari nella viticultura del nostro paese, in cui si mescolano vicende e storie familiari, che portano a riscoprire e a recuperare territori. Qui il punto di origine è Fidenzio Toni, nato nel Chianti, che da bambino si trasferisce a Piombino assieme ai genitori. Negli anni il vino diventa in lui una passione. Apre un’osteria nella città, ma subito dopo acquista un podere su una collina che la domina, per ricreare quei vini chiantigiani della sua memoria, da servire nel locale.
Considerare però tutto questo nella realtà toscana degli anni ’60. Nei tempi successivi fa il suo ingresso in azienda il genero Elio Tolomei, allora operaio delle acciaierie, che ha sposato la figlia Anna Maria. Il giovane si appassiona soprattutto alla vigna, la lavora in ogni tempo libero, inizia assieme alla moglie ed al suocero i primi reimpianti, che mirino ad una maggiore qualità. Si punta ancora sul Sangiovese. Ma i tempi culturali vanno cambiando e il 1986 vede poi la morte improvvisa di Fidenzio Toni. E’ un colpo durissimo. La figlia e suo marito non sanno se continuare o meno. La crisi dell’acciaieria ha qui un ruolo ed un peso, perché Elio Tolomei abbandona il lavoro e decide di dedicarsi a tempo pieno alla vigna ed ai vini.
Nel 1990 impiantano così i primi filari di Merlot, Cabernet Sauvignon e Franc. Scoprono lì come questi vitigni, coltivati a basse rese, diano un risultato completamente diverso e sorprendente. Si entra un’altra dimensione e misura. E’ una vera e propria rivoluzione copernicana, che la coppia affronta con intelligente consapevolezza ed una modestia che li onora. Cercano dunque le prime consulenze tecniche che li aiutino a dominare e far crescere materie prime di tale valore e bellezza, approdando infine all’enologa Marinka Polencic, che li segue tuttora.
Nel ’97 nasce l’assetto definitivo del Fidenzio, rosso superbo, di forza e ampiezza commovente, di cui pochi si accorgono, inseguendo nomi altisonanti, inviti, p.r, presentazioni, buffet.
Noi abbiamo avuto la fortuna di assaggiare questo vino sindal suo esordio, trovandolo ogni volta di una smagliante prestanza, gustosità e bellezza. La crescita poi progressiva delle piante in vigna ha aggiunto via via una maggiore complessità, ne ha accresciuto il diapason aromatico, allargato il quadro, senza perdere quella sincerità di tocco, data da due persone, Anna Maria ed Elio, che ogni giorno, l’una accanto all’altro, lavorano quella stessa vigna di 4 ettari, curano meticolosamente la cantina, le barrique.
Oggi abbiamo 2 meravigliose vendemmie di Fidenzio come la 2007 e la 2008 (nate da un 75% di Cabernet Sauvignon e Franc + un 25% di Merlot), entrambe sicuramente da assaggiare e da valutare lentamente negli anni, perché questo grande vino lo conosciamo, l’abbiamo testato assai spesso nel tempo e sappiamo quanto possa crescere magnificamente.
Le due annate poi sono davvero molto vicine, i colori impenetrabili in entrambe, un quadro olfattivo di grandezza e vastità impressionante, fortemente chiaroscurato, intenso, appassionato, con quell’autenticità di vigna tanto forte e dichiarata, quasi da non lasciar intravedere il lavoro e la fatica dell’uomo che lo ha creato.
Ci sembra che la 2008 abbia un guizzo appena di profondità in più, di maggiore aggressività che ce lo rende caro, ci fa capire come il vino stia gradualmente salendo, carico in corpo di una giovanile rabbia. Perché nel grande vino ci sono molti tratti umani, in cui ci scopriamo, ci riconosciamo. E così ci commuovono.
La 2007 appare grandiosa e nello stesso tempo più pacata, cremosa e morbida, con un naso profondo, denso, fittissimo, dalle note di frutti di bosco (ribes nero in particolare), poi bacche, fumo, menta, goudron. La bocca è spaziale, di straordinaria bellezza, intensa, piena di crema che mitiga la sua intelaiatura grintosa ed austera, lasciando una lunghissima sensazione dolce di frutti.
La 2008 rivela immediatamente un naso di infinita suggestione, indomito, con strati di inchiostro e goudron in cui si coniugano potenza e finezza di sensazioni in uno spettro dalla profondità infinita. Anche qui quello che colpisce è l’impressione di spazialità, in cui le più preziose note olfattive riempiono il grande quadro, ne occupano ogni tratto in una fantastica intensità di profumi. Nonostante l’estrema gioventù, la bocca è già magnifica, meravigliosamente lunga e grassa di frutto, densa e mossa.
Ma Podere San Luigi produce anche uno dei migliori secondi vini che ho mai assaggiato. Il Sangioveto 2008 ne è un emblema e nasce da un 50% di vecchio Sangiovese e la restante metà da uve bordolesi. Certo è un’anticamera del Fidenzio, dona in anticipo le suggestioni che il maggior vino distribuisce in un corso infinito di anni, ma la sue trame inchiostrate, quel frutto ancora un po’ crudo, le lente impressioni di fumo, di bacche affumicate, il sottobosco, le spezie, le balsamicità sono nel cuore e nelle stimmate del gran rosso, venduto ad un prezzo davvero piccolo.
Ho compiuto questi ultimi assaggi, ricordando Anna Maria Toni, una signora di infinita umanità e generosità verso il prossimo, che ha creato questi vini assieme al marito e ha improvvisamente lasciato il mondo pochi mesi fa. Che possano continuare ad esistere i suoi grandi rossi che rendono nobile la terra e danno serenità agli uomini. E’ il mio augurio ed il mio abbraccio ad Elio Tolomei e a sua figlia Silvia.
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